martedì 17 luglio 2012

E i Lefebvriani ora si aspettano una nuova scomunica

E i Lefebvriani ora si aspettano una nuova scomunica

Lo scrive in una nota uno dei leaders, l’abate Règis de Cacqueray. “Non temiamo il verdetto della Roma conciliare”

redazioneroma

Dopo la rottura con Roma, appena ammorbidita nei toni diplomatici del Superiore della Fraternità di San Pio X, monsignor Bernard Fellay, ora i lefebviani temono nuovi provvedimenti disciplinari da parte della Santa Sede. Forse una nuova scomunica, insomma la situazione sembra essere tornata indietro di anni. È quanto scrive fra l’altro in una nota diffusa oggi il Superiore del Distretto francese della Fraternità, l’abate Règis de Cacqueray. Il distretto francese insieme a quello svizzero, è uno dei più importanti centri dei lefebvriani.



Dopo il capitolo generale della Fraternità svoltosi la settimana scorsa a Econe, in Svizzera, e le parole di Fellay con le quali si sanciva che un accordo con la Santa Sede per il reintegro dei lefebvriani nella Chiesa di Roma non era stato raggiunto, ora arriva una presa di posizione estremamente dura che sembra chiarire ulteriormente la situazione. Nel frattempo, tuttavia, va detto che la Fraternità ha inviato una risposta ufficiale alla Congregazione per la dottrina della fede nella quale le varie considerazioni emerse durante il capitolo generale saranno sottoposte alla valutazione del Vaticano.


Quest’ultimo, da parte sua, nelle settimane passate, aveva però lasciato intendere che la trattativa non poteva andare avanti all’infinito. In ogni caso, una volta conosciuta la risposta ufficiale dei lefebvriani alla proposta di accordo avanzata dalla Santa Sede, la Congregazione per la dottrina della fede farà conoscere a sua volta una sua valutazione del nuovo documento dei lefebvriani.



«Quale sarà la credibilità del verdetto che la Roma conciliare renderà presto pubblico a proposito della Fraternità? La dichiarerà - prosegue l’abate de Cacqueray - scismatica, nuovamente scomunicata o gli verranno risparmiati questi “nomignoli”? Quale che sia la conclusione non bisognerà dargli un’importanza eccessiva».


«Le pene della Chiesa - afferma ancora l’esponente di spicco della Fraternità - fino alle più gravi, sono arrivate a sanzionare la tenacia della Fraternità a rifiutare gli errori del Concilio, la nuova messa, il nuovo codice di diritto canonico, la nuova religione». Secondo l’abate le promesse fatte dal Vaticano - il riferimento è alla possibilità di organizzarsi sotto la forma di Prelatura personale una volta rientrati nella Chiesa - «avevano come unica contropartita quella di far cessare queste critiche e di ottenere che la Fraternità taccia la propria opposizione su questi temi».


Così le scomuniche e poi la revoca di scomuniche, e quindi le nuove minacce di scomunica, si spiega, non impressionano più e si tratta anzi, da parte del Vaticano, di colpi di teatro. Dalle critiche non viene risparmiato neanche il Papa che, viene sottolineato, pur avendo applicato il Concilio in modo più saggio, non ha rinunciato agli «incontri interreligiosi, alle visite a moschee e sinagoghe» quindi «alla partecipazione a una cerimonia liturgica luterana a
Roma» e poi ci sono stati «l’elogio di Martin Lutero, la reiterazione dello scandalo di Assisi (i grandi incontri interreligiosi per la pace, ndr) la beatificazione di Giovanni Paolo II, i vespri celebrati in presenza dello pseudo arcivescovo di Canterbury».

lunedì 16 luglio 2012

COMUNICATO STAMPA DELLE CLARISSE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA (RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO)

COMUNICATO STAMPA DELLE CLARISSE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA (RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO)


In relazione allo spirito Cristiano ed alla fratellanza nella unica Chiesa Santa Romana Cattolica ed Apostolica, ci uniamo alle sorelle Clarisse del Cuore Immacolato di Maria, sperando che pace e verità trionfino nei cuori di queste persone.

sabato 14 luglio 2012

COMUNICATO STAMPA DEL NOSTRO SACERDOTE DON ANTONIO MARIA FABBRONI

COMUNICATO STAMPA DEL NOSTRO SACERDOTE
DON ANTONIO MARIA FABBRONI




"LETTERE E COMUNICAZIONI DENIGRATORIE CONTRO LA LEONE XIII ITALIA E IL SACERDOTE DON ANTONIO FABBRONI DA PARTE DI UOMINI DELLA CHIESA FIESOLANA ED ARETINA".


Voglio mettervi al corrente di alcune cose importanti che il popolo fedele deve sapere, sia Fiesolano che Valdarnese.

Il fatto importante è che sono stato calunniato e diffamato ripetutamente da dei Pastori della nostra Santa Romana Chiesa, senza essere stato né sentito, né informato, né interpellato, come Madre Chiesa insegna. Ora dopo esser stato in silenzio a pregare  per queste persone che hanno commesso e commettono giornalmente peccati contro la morale pubblica, mi sento in dovere da Sacerdote prima e da uomo poi, di far suonare la seconda campana, la mia, quella di una verità diversa scomoda sicuramente, ma se il Vangelo è verità, io da uomo di Chiesa devo e voglio essere non solo in comunione con il Vicario di Cristo, Papa Benedetto XVI, ma anche con il popolo di fedeli che in queste settimane si sono divisi in pro e contro. Ho sentito il mio Superiore Generale e dopo attento discernimento ho deciso con il suo benestare  di dare una spiegazione mia personale e veritiera.

Carissimi, qui non bisogna essere pro o contro bisogna essere con Santa Romana Chiesa. Sono stato diffamato pubblicamente in molte Chiese del Valdarno durante le Sante Messe; in alcune  Chiese il mio nome è affisso sulla bacheca: come cristiano perdono loro quello per quello che stanno facendo.

Il popolo di Dio della Diocesi di Fiesole mi si è stretto accanto così come quello del Valdarno: certo, altri invece sono rimasti scioccati da queste notizie. Ci sono alcune questioni di carattere e di natura "MORALE" che il popolo deve conoscere e deve sapere, per poter poi valutare. Questi fatti, moralmente discutibili, hanno determinato che molti Pastori e Sacerdoti vanno costruendo menzogne contro la mia persona, solo perchè sono venuto a sapere che alcuni Sacerdoti della Diocesi di Fiesole sono stati condannati dal Tribunale Minorile di Firenze e riconosciuti padri biologici di bambini, avuti con donne della nostra Diocesi. Sentenze pubbliche, che hanno un corso lungo e giungono sino alla parrocchia di Rufina e che ha reso scioccante non solo il fatto in sè per sè, ma anche che lo stesso vescovo Meini ha tenuto nascosto al popolo, anzi avvallando un invio di denaro mensile per mettere a tacere queste donne che hanno avuto non solo una relazione con un Sacerdote, ma anche un figlio e che sono stati condannati dal Tribunale Minorile di Firenze. Ora, io non voglio entrare nel merito della questione che lascio alle competenti Autorità Ecclesiastiche, ma mi domando una semplice cosa: come mai il Vescovo Meini non ha ridotto allo stato laicale questi Sacerdoti? il Vescovo avrebbe dovuto informare, con delicatezza, i fedeli e con spirito cristiano dir loro di andare a fare il “babbo”. Invece, menzogne su menzogne.  Da qui è partita la campagna denigratoria che è giunta fino alla scomunica per "scisma": ma, scusate un attimo, io non ho mai ricevuto questa scomunica e neanche la famosa lettera della Congregazione della Dottrina della Fede che, alla richiesta da parte dei vertici della Congregazione della Leone XIII – Italia, di cui faccio parte, la Congregazione della Dottrina della Fede, ha risposto "che non la trovano e che non l’hanno mai spedita!”. Io sono stato finora in silenzio, ho pregato, ho sempre tenuto un comportamento moralmente ineccepibile e loro non mi informano di un qualche cosa che io avrei detto o fatto? se io devo seguire questi Pastori locali, preferisco stare in attesa di avere un'udienza dal Santo Padre. I loro comportamenti non sono conformi al Santo Vangelo e questo lo dirò umilmente al Santo Padre, che tanto auspice la santità dei Suoi Pastori. Vi chiedo di unirvi a me nella preghiera, cari fedeli, per questi Pastori e questi Sacerdoti che purtroppo peccano, ferendo il Cuore di Cristo e che, a norma del diritto canonico, sono "scomunicati".

Pax tibi.



Don Antonio Maria Fabbroni

*con l'autorizzazione della Casa Generalizia di Bologna della Congregazione della Papa Leone XIII -Italia


martedì 10 luglio 2012

TELEGRAMMA CORDOGLIO MORTE CARDINALE DE ARAUJO SALES

TELEGRAMMA CORDOGLIO MORTE CARDINALE DE ARAUJO SALES
Città del Vaticano, 10 luglio 2012 (VIS). Il Santo Padre ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio all'Arcivescovo Orani João Tempesta, di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile), per la morte, all'età di 91 anni, del Cardinale Eugenio de Araújo Sales, "dopo una lunga vita di dedizione alla Chiesa in Brasile".
Il Papa ricorda i trenta anni in cui il Porporato fu Arcivescovo di São Sebastião do Rio de Janeiro e i suoi quasi settanta anni di sacerdozio nei quali si distinse "nell'indirizzare i fedeli sulla via della verità, della carità e del servizio".
Anche noi come Congregazione, lo vogliamo ricordare per le sue splendite opere caritatevoli.

dalla Casa Generalizia di Bologna

RICORDO SOGGIORNO A NEMI DA PERITO CONCILIARE



RICORDO SOGGIORNO A NEMI DA PERITO CONCILIARE  
Città del Vaticano, 10 luglio 2012 (VIS). "Ne avevo un ricordo bellissimo, forse il più bel ricordo di tutto il Concilio", ha detto il Santo Padre riferendosi al suo soggiorno di 47 anni fa, presso il Centro Internazionale della Società del Verbo Divino a Nemi, da giovane teologo perito conciliare, incaricato di preparare il decreto sull'attività missionaria della Chiesa.
Benedetto XVI ha ringraziato i membri della Società del Verbo Divino per avergli offerto la possibilità di ritornare al Centro "Ad Gentes" dopo più di quaranta anni ed ha ricordato che all'epoca del Concilio abitava "nel centro di Roma, nel Collegio di Santa Maria dell’Anima, con tutto il rumore: tutto questo è anche bello! Ma stare qui nel verde, avere questo respiro della natura e anche questa freschezza dell’aria, era già in sé una cosa bella. E poi c’era la compagnia di tanti grandi teologi, con un incarico così importante e bello di preparare un decreto sulla missione".
L'incontro di Benedetto XVI con gli oltre 150 partecipanti al Capitolo Generale dei Missionari Verbiti e con la Comunità della Curia Generalizia di Roma è stato molto familiare. Il Santo Padre ha ricordato la figura del Generale di quel tempo, il Padre Schütte, che aveva sofferto in Cina, era stato condannato, poi espulso. Era pieno di dinamismo missionario, della necessità di dare un nuovo slancio allo spirito missionario. E aveva me, che ero un teologo senza grande importanza, molto giovane, invitato non so perché. Ma era un grande dono per me".
"Poi c’era Fulton Sheen, che ci affascinava la sera con i suoi discorsi, padre Congar e i grandi missiologi di Lovanio. Per me è stato un arricchimento spirituale, un grande dono. Era un decreto senza grandi controversie. C’era questa controversia, che io non ho mai realmente capito, tra la scuola di Lovanio e quella di Münster: scopo principale della missione è l’implantatio Ecclesiae o l’annunzio Evangelii? Ma tutto convergeva in un unico dinamismo della necessità di portare la luce della Parola di Dio, la luce dell’amore di Dio nel mondo e di dare una nuova gioia per questo annuncio".
"E così è nato in quei giorni un decreto bello e buono, quasi accettato unanimemente da tutti i padri conciliari, e per me è anche un complemento molto buono della 'Lumen gentium', perché vi troviamo un’ecclesiologia trinitaria, che parte soprattutto dall’idea classica del 'bonum diffusivum sui', il bene che ha la necessità in sé di comunicarsi, di darsi: non può stare in se stesso, la cosa buona, la bontà stessa essenzialmente è 'communicatio'. E questo già appare nel mistero trinitario, all’interno di Dio, e si diffonde nella storia della salvezza e nella nostra necessità di dare ad altri il bene che abbiamo ricevuto".
"Così, con questi ricordi ho spesso pensato a questi giorni di Nemi che sono in me, come ho detto, parte essenziale dell’esperienza del Concilio. E sono felice di vedere che la vostra Società fiorisce – il padre Generale ha parlato di seimila membri in tanti Paesi, da tante Nazioni. Chiaramente il dinamismo missionario vive, e vive solo se c’è la gioia del Vangelo, se stiamo nell’esperienza del bene che viene da Dio e che deve e vuol comunicarsi. Grazie per questo vostro dinamismo".
Infine il Santo Padre ha augurato ai Verbiti ogni benedizione del Signore nel corso del Capitolo e "molta ispirazione: che le stesse forze ispiratrici dello Spirito Santo che ci hanno accompagnato in quei giorni quasi visibilmente siano di nuovo presenti tra voi e vi aiutino a trovare la strada per la vostra Compagnia, così per la missione del Vangelo 'ad gentes' per i prossimi anni. Grazie a voi tutti, il Signore vi benedica. Pregate per me, come io prego per voi. Grazie!".

DICHIARAZIONE RELATIVA ORDINAZIONI EPISCOPALI IN CINA

DICHIARAZIONE RELATIVA ORDINAZIONI EPISCOPALI IN CINA
Città del Vaticano, 10 luglio 2012 (VIS). Di seguito riportiamo il testo della dichiarazione rilasciata questa mattina relativa all'ordinazione episcopale del Reverendo Joseph Yue Fusheng ad Harbin (Provincia di Heilongjiang), il 6 luglio scorso, e del Reverendo Tadeo Ma Daquin, a Vescovo Ausiliare di Shanghai, il 7 luglio.
"Riguardo all’ordinazione episcopale del Reverendo Giuseppe Yue Fusheng, avvenuta ad Harbin (provincia di Heilongjiang) venerdì 6 luglio corrente, si precisa quanto segue:
"l) Il Reverendo Giuseppe Yue Fusheng, ordinato senza mandato pontificio e quindi illegittimamente, è incorso automaticamente nelle sanzioni previste dal canone 1382 del Codice di Diritto Canonico. Di conseguenza, la Santa Sede non lo riconosce come Vescovo dell’amministrazione apostolica di Harbin, ed egli è privo dell’autorità di governare i sacerdoti e la comunità cattolica nella provincia di Heilongjiang".
"Il Reverendo Yue Fusheng era stato informato da tempo che non poteva essere approvato dalla Santa Sede come candidato episcopale, e più volte gli era stato richiesto di non accettare l’ordinazione episcopale senza il mandato pontificio".
"2) I Vescovi, che hanno preso parte all’ordinazione episcopale illegittima e si sono esposti alle sanzioni, previste dalla legge della Chiesa, devono riferire alla Santa Sede circa la loro partecipazione alla cerimonia religiosa".
"3) Un apprezzamento va a quei sacerdoti, a quelle persone consacrate e a quei fedeli laici che hanno pregato e digiunato per il ravvedimento del Reverendo Yue Fusheng, per la santità dei Vescovi e per l’unità della Chiesa in Cina, in particolare nell’amministrazione apostolica di Harbin".
"4) Tutti i cattolici in Cina, Pastori, sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici, sono chiamati a difendere e a salvaguardare ciò che appartiene alla dottrina e alla tradizione della Chiesa. Anche nelle presenti difficoltà essi guardano con fiducia al futuro, confortati dalla certezza che la Chiesa è fondata sulla roccia di Pietro e dei suoi Successori".
"5) Confidando nell’effettivo desiderio delle Autorità governative cinesi di dialogare con la Santa Sede, la medesima Sede Apostolica auspica che dette Autorità non favoriscano gesti contrari a tale dialogo. Anche i Cattolici cinesi attendono passi concreti nello stesso senso, primo fra tutti quello di evitare le celebrazioni illegittime e le ordinazioni episcopali senza mandato pontificio, che creano divisione e recano sofferenza alle comunità cattoliche in Cina e alla Chiesa universale".
"È motivo di apprezzamento e di incoraggiamento l’ordinazione del Reverendo Taddeo Ma Daqin a Vescovo Ausiliare della diocesi di Shanghai, avvenuta sabato 7 luglio corrente. La presenza da parte di un Vescovo, che non è in comunione con il Santo Padre, era inopportuna e mostra mancanza di sensibilità verso un’ordinazione episcopale legittima".

sabato 7 luglio 2012

GALLERIA FOTOGRAFICA DEL NOSTRO SUPERIORE GENERALE ARCIVESCOVO DAVID BELL

GALLERIA FOTOGRAFICA DEL NOSTRO SUPERIORE GENERALE ARCIVESCOVO DAVID BELL

L'Arcivescovo David Bell con il Santo padre

L'Arcivescovo David bell con Mons. Carroll in San Damaso in Vaticano

L'Acivescovo Bell e Mons. Carroll con un aiutante della Segreteria di Stato

l'Arcivescovo Bell in piazza San Pietro con tutti i vescovi del Mondo per l'elezione a beato di Giovanni Paolo II



l'Arcivescovo Bell sorridente dopo le parole di unità del Santo Padre


l'Arcivescovo Bell nel simbolo di massima sottomissione al Romano Pontefice, mentre bacia l'anello del Pescatore simbolo della successione di Pietro e Vicario di Cristo